(produzione 2023)
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Spettacolo di teatro di narrazione con musica dal vivo.
Un tuffo nella storia di San Vito di Leguzzano, un piccolo paese veneto, tra gli anni '70 e '80: anni in cui si votava democrazia cristiana e dove nella "sacrestia d'Italia" si tifava Lanerossi. Oltre alle burle scanzonate degli adolescenti dell'epoca, passa sottotraccia il clima che si respirava in quell'epoca: anni di austerity e di grandi (a volte terribili) avvenimenti nel nostro paese...tutto questo raccontato attraverso lo sguardo limpido ed ironico degli autori protagonisti delle storie narrate: Lavinia Bortoli e di Franco Clementi detto "Bortolo".
Collaborazione per i testi di Clelia Allegretta.
Musiche dal vivo suonate e cantate da Franco Clementi,
con : Andrea Santacatterina, Lavinia Bortoli, Caterina Pizzardin, Giulia Stenghele.
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Un cast 100% al femminile per parlare dell'irriverente, divertente e a volte catastrofico mondo delle donne!
Chi meglio di una donna può raccontare se stessa? Donne di tutte le età e diverse realtà che con ironia e sagacia mettono in scena il lato comico e non solo dell'essere se stesse nel nuovo millennio. Bambine educate al loro futuro ruolo, donne sensibili alle "energie positive", donne che devono fare di tutto per essere emancipate... ma anche belle e in forma. Un ventaglio di realtà femminili, tanti ruoli in un unico costume "LE COTOLE" ...che a volte stanno lunghe, a volte troppo corte, ma restano sempre e comunque... portate con stile!
Ritorna la tematica di genere molto cara al gruppo, dopo l'esordio del 1997 con "L'otto sMarso" dove si sorrideva delle pari opportunità; un nuovo spettacolo per raccontare noi stesse e le donne attorno a noi.
Testi: Lavinia Bortoli in collaborazione con Clelia Allegretta
Attrici: Clelia Allegretta, Daniela Battistin, Lavinia Bortoli, Caterina Pizzardin, Giulia Stenghele
Regia: compagnia "autoreggente"
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Con Lavinia Bortoli, Giulia Stenghele e accompagnamento musicale di Francesca D'Abramo.
Sti ani le storie le vengnea tramandà de boca in boca: le vegnea contà durante i filò in sala in inverno...o sono i porteghi in istà.
Xera storie che parlava de ‘na vita semplice, favole con protagonisti lupi e volpi, filastrocche e preghiere ....ma ghe xera anca storie che contava de anguane e streghe, de orchi e salbanei.....e ghe sera anca la musica dela fisarmonica !!!
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(PRODUZIONE 2010/11) SCARICA IL VOLANTINOAttraverso la narrazione dei racconti autobiografici di Silvano Bortoli vengono ripercorse le vicende di una corte veneta del secolo scorso dal 1930 al 1955. Il mondo del protagonista è tutto racchiuso in pochi km quadrati attorno alla Villa Fabris situata in Visan a San Tomio di Malo.. li nasce, cresce, impara il lavoro del contadino, conosce la guerra e la paura, la gioia e la speranza del dopoguerra diventando uomo. E' un viaggio a ritroso fra credenze popolari e aneddoti divertenti per riscoprire, emozionandosi e sorridendo, un Veneto ormai scomparso. Un tempo anche di vere “vacche magre” , un tempo che ha formato una generazione di veneti a cui questo spettacolo cerca in piccola parte di dare voce |
Continuamo ad essere disponibili con “Quando le vacche erano veramente magre” anche con versioni ridotte per particolari esigenze.
Dato il valore educativo e di testimonianza storica siamo disponibili a recitarlo a prezzo contenuto nelle scuole di secondo grado della provincia di Vicenza.
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Ritorniamo al cabaret, un cabaret che osiamo definire “civile” perché vogliamo, attraverso il teatro, contribuire al miglioramento della nostra vita in e di comunità. Il filo conduttore sarà la crisi economica: scopriremo l’insensatezza dell’uso del P.I.L. come indicatore del benessere. Interverranno sul palco vari personaggi che proporranno la loro ricetta per assaporare il meglio dalla vita nonostante tutto: dall’inventrice di strani aggeggi per energie rinnovabili, al “maestro agricolo”, che fatica a spiegare i rudimenti dell’orticoltura a due svampite cittadine; dagli operai che occupano i propri stabilimenti e si ingegnano con nuove produzioni, alle arzille vecchiette che dell’arte di arrangiarsi potrebbero presiedere un master; dall’uso della rete internet, alle astute trovate di alcuni loschi figuri. Passo dopo passo, arriveremo ad un nuovo misuratore del vero benessere di un paese: il F.I.L., felicità interna lorda, perché, sebbene in piena decrescita, si può essere gioiosi.
Non ci credete? Venite a vedere questo spettacolo e vi convinceremo, attraverso la risata e una giusta dose di riflessione , che con nuovi stili di vita si può essere migliori e più sani dentro e fuori, alla faccia del P.i.l.!
Questo spettacolo, inserito in un contesto che noi riteniamo idoneo, è disponibile anche a BARATTO: noi ci proponiamo di farvi ridere, voi ci donate qualcosa di vostro, possibilmente ecocompatibile e che non provochi l’aumento delle “scoasse”.
In linea con la storia del gruppo teatrale, che nel 1990 scelse il modesto nome di “Scoasse”, le scenografie dello spettacolo sono minime e realizzate nell’ottica del riuso dei beni e della sobrietà.
I materiali di scena sono realizzati con oggetti di riciclo: per il fondale teatrale sono stati usati vecchi portabiti con alcuni pali ricavati da un banco di ambulante degli anni ‘60; per la scritta “Godersela con” è stato riusato un telone di un vecchio spettacolo del gruppo. Le sagome in scena sono disegnate su panelli riciclati. I costumi sono stati acquistati da mercatini missionari o ricevuti in dono.
La nostra compagnia è costituita in associazione teatrale ed è iscritta alla FITA (Federazione Italiana Teatro Amatoriale).
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Il nord est è cambiato. Non è piu’ il luogo mitico delle imprese felici e del continuo arricchimento. Sul ponte sventola qualche “bandiera bianca” e piu’ di qualcuno è dovuto scendere dal treno del boom. Uno stop che ha colto impreparati molti ma non i protagonisti di questo spettacolo che si lanciano alla ricerca di una nuova opportunità.E’ un’umanità variegata quella che sale sul palco: dai vecchietti al tornitore in mobilità, dalle badanti dell’est all’italiana convertitasi all’Islam per amore. Questi e altri i protagonisti che trascinano lo spettatore nello spettacolo che man mano farà scoprire un Veneto incredibile, abitato da un popolazione variegata di gente per bene ma anche di brutti ceffi. Tutti comunque, anche provocando con la loro arroganza, vi faranno ridere e perché no anche riflettere sui problemi e sulle risorse della nostra terra dove a forza di “mandarse in cina” ci si è trovati la Cina in casa.
Ma niente paura una soluzione c’è sempre basta “girare el canton”.!
Lo spettacolo, che si può considerare un miscuglio fra il genere teatro brillante e cabaret, dura 1.30.
E' uno spettacolo di teatro-cabaret che nasce dai contrasti.
Contrasti fra il vivere moderno e il "vecchio" narratoci dai nostri padri o vissuto nelle nostre infanzie.
Contrasti a volte visibili a noi tutti, altre volte quasi impercettibili. Ben 6 donne salgono sul palco (oltre al solito uomo della par condicio) ad evidenziare che "el novo che avansa"è a tratti incomprensibile e ridicolo e non è riuscito a modificare certi modi d'essere tipici dei veneti. Lo spettacolo è come il nostro tempo, un continuo viaggio di andata e ritorno tra il Veneto dei contadini e il Veneto degli imprenditori.
Sul palco un baule tornato con una nonna emigrante, che contiene oggetti antichi, moderni e strane metamorfosi: il nuovo assomiglia al vecchio anche se indossa abiti diversi e parla linguaggi sofisticati, e la storia si ripete.
"Ma parchè nel nord del mondo i more dal massa magnà e nel sud i continua a crepare magri impicà?"
Questa è una delle tante domande che si pongono due arguti vecchietti che riuniranno le varie scene in un unico grottesco quadro.
Alla fine, dopo tante risate e più di un pensiero profondo, fra una finestra ed una "window", agli spettatori sorgerà il dubbio: "Ma parchè non se semo tegnù i balconi?"
Un viaggio ironico nel pianeta donna, dalle origini ai giorni nostri, alla scoperta degli stereotipi che ancora esistono, con un pizzico di sano femminismo!
Dopo una prima parte con una rivisitazione storica dal punto di vista della donna, si passa al tran-tran quotidiano e al rapporto con l'uomo.
Un cabaret quasi completamente femminile se non fosse per un uomo che è sul palco giusto per esigenze di.... par condicio!
Lo spettacolo è stato presentato la prima volta nel 1998 con il 2004 è nata questa nuova versione.